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Sbagliare è importante per migliorare. Ma bisogna sbagliare bene.

07/01/2018 • By

Esce il nuovo numero di Mind – mente e cervello,

questa volta sull’errore e l’importanza di sbagliare per apprendere.

Qui il bell’editoriale di Marco Cattaneo.

Molto interessante in questa fase vedere quanti si stanno interrogando sul tema, ben oltre i classici detti (veri e poco utili), da “sbagliando si impara” in giù.

Veri, e poco utili dicevo, perchè secondo me sul proprio rapporto con l’errore c’è da fare un lavoro.

Viviamo in una società competitiva, in cui la forbice tra chi ha possibilità economiche e chi no è sempre più ampia, e in cui moltissima responsabilità del successo personale è fatta ricadere sulle spalle dei singoli.

Hai successo? Sei stato bravo.

Non hai successo? Sei pigro, o incapace, o ti abbatti…

Si vede in tutti gli articoli e video che spopolano, sui grandi personaggi che non si sono arresi, hanno fallito mille volte e poi sono arrivati a un risultato.

Queste testimonianze da un lato (come è loro intenzione) sottolineano il fatto che anche i migliori hanno sbagliato, eccome, e quindi fanno passare l’idea che sbagliare si può. Che fare un errore non significa fallire come lavoratore, come genitore, come persona.

Dall’altro lato però rischiano di veicolare l’immagine di eroi, che già sono bravissimi e famosissimi, e poi in più sono riusciti a superare le mille porte in faccia e i molti errori. Come se parlassimo di un tratto di personalità.

Di carattere.

Per me, parliamo di carattere ma anche di auto-educazione.

Anche di allenarsi a vedere le cose in una prospettiva diversa.

Perchè se faccio un errore e sento vergogna, frustrazione o paura, allora dirmi mentalmente “anche Walt Disney ha fallito prima di essere un magnate, anche Micheal Jordan ha sbagliato molti tiri….” rischio che non mi serva a nulla.

 

Quindi è interessante vedere quali presupposti personali ci sono, per riconoscere i propri meccanismi. Su questo è molto interessante il libro Mindset – cambiare forma mentis per raggiungere il successo di Carol Dweck. Questo libro ci mostra quanto i nosti schemi mentali influenzino il modo in cui affrontiamo gli errori.

 

E una volta riconosciuti i propri meccanismi, è importante esercitarsi nel pensiero paradosso.

E se non fosse poi così irrimediabile?

E se grazie a questo problema avessi imparato qualcosa di fondamentale per la mia carriera?

Buoni paradossi, e buone letture!